Home » News » News » Attualità » Giovani Fratelli d’Italia.

Era il 17 marzo del 1861, quando a Torino, prima capitale dello Stato, venne proclamato il Regno d’Italia. Il Risorgimento vide i primi patrioti aderire alla Carboneria, i moti del 1820-1821, i moti del 1848, la prima guerra di indipendenza, le cinque giornate di Milano, la seconda guerra di indipendenza, l’impresa dei Mille. Questo periodo storico, troppo importante per poterlo riassumere, determina una rinascita in cui si afferma una coscienza nazionale di unità e indipendenza. Le personalità coinvolte in tale processo furono tante. Giuseppe Garibaldi, al grido di  “Qui si fa l’Italia o si muore”, incoraggiava i soldati che temevano la disfatta. Era il 15 maggio 1860: quelli che hanno costruito l’Italia erano poco più che ventenni. I giovani oggi hanno una idea di Nazione differente da chi un secolo e mezzo fa ha donato la propria vita pur di vedere questa terra fiorire. Pensare che le nuove generazioni abbiano perso l’attaccamento all’unità e alla bandiera è una preoccupazione seria. Questo allontanamento però forse coincide con la mancanza di comunicazione e partecipazione. Manca un’identità chiara, i giovani spesso si sentono distanti e soli: la politica, tutta la politica, non si fa capire. Non tutto però è perduto, se alcuni studenti di un Liceo Scientifico hanno finanziato di tasca propria l’acquisto di una bandiera italiana da esporre durante i festeggiamenti per l’Unità. C’è voglia di unità nonostante sui giornali si dia spesso voce a chi vuole celebrare la separazione. I ragazzi sono sensibili alla storia solo se riescono a tradurre la storia in fatti concreti e spendibili oggi, odiano la retorica e rifiutano la celebrazione fine a se stessa. Proviamo ad ascoltare i giovani, a coinvolgerli emotivamente, capiremo che desiderano restare uniti, sentirsi parte di una coscienza comune collettiva, di una famiglia nazionale; lo si capisce durante  le partite della nazionale di calcio, lo si capisce dai giovani che vogliono realizzare i loro sogni nel loro paese e non fuori.

Solo pensando in maniera unita si può risorgere ancora:”di fonderci insieme già l’ora suonò” .

M.S.

 

Massimiliano Marras

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