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MIA BELLISSIMA

Francesco Manco
Francesco Manco (studente- modello)

Di Francesco Manco. 

Ed eri là, mia bellissima isola

incatenata dal mar di cristallo

destinata a invecchiar da sola.

A suggellar l’amara tristezza

è la tua lontananza abissale

che il cuor mio meschinamente spezza.

E a rimuginar i miei pensieri

son i profumi salmastri dell’acqua

che paion assaporati solo ieri.

L’essenza speziata del muschio verde

conduce i sentier della mente, che

impressa ha l’aroma sempreverde

che dal fogliame duro e scaglioso

scivolano le gocce autunnali

e macchian l’aspro tessuto odoroso.

Ancor sento la fresca e varia brezza

quel sibilo dolce nei di d’estate

turbinio che i rami freddi spezza

che i grembi dei tronchi fa oscillare

che fa gonfiar le orgogliose vele

e il mar nero fa tumultare.

Duttile riflette luce divina

di raggi orfani affastellati

quasi a dar figura cristallina.

Oh sole che dell’uomo tu sei il giorno

che della vita tu sei l’immago

scalda l’anima d’amore eterno!

Celeste ti si presenta lo sfondo

solo tu col tuo puro bagliore

illumini le stanze del profondo.

Il cielo loda la tua presenza

spesso celata da chiome gioconde

e triste, piange la tua assenza.

Volta azzurra ch’ospiti l’aurora

mai scorderò quel volo di rondini

che in primavera in te dimora!

E la sinfonia dei cardellini

ancor consola il mio udito

che è scrigno di suoni sopraffini.

Ho lasciato lo sbocciar d’una rosa

il sorriso d’un amico fidato

la bellezza di un’arena rosa.

Ho lasciato le notti stellate

che, m’inseguivano in passeggiate

e infuocavano lunghe ballate.

Ho abbandonato l’ampie nuotate

le acquatiche lotte infantili

e le faticose corse sfrenate.

Ho abbandonato il luccichio

del mare, variopinto dall’alto sole

ch’il giorno versò lacrime d’addio.

Quell’acqua dai purissimi colori

cornice d’un noto capolavoro

ospitante i più rari splendori.

Amavo osservare la marea

salire, cingendo l’umida riva

poi tenue in risacca ripartire.

Oh vaga terra mite e bagnata

solo ora mi appari preziosa e

m’accorgo quanto poco t’ho amata!

Ahimè, non resta che la tua memoria

e offro ‘st’infiniti  versi, a te

che nel cor, m’hai scritto una dolce storia.

 

 

 

 

 

Massimiliano Marras

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