Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena – Comunicato stampa del 18 Ottobre 2011.
Un’importante collaborazione scientifica tra il Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena e la dott.ssa Claudia Corti del Museo di Storia Naturale “La Specola” dell’Università degli Studi di Firenze è stata avviata nei giorni scorsi per lo studio e il monitoraggio dell’erpetofauna – ossia anfibi e rettili come lucertole, gechi, tartarughe terrestri e serpenti – presenti all’interno dei confini del Parco.
Il personale dell’ufficio ambiente dell’Ente Parco va ad integrare uno staff guidato dalla coordinatrice italiana, affiancato nella prima fase di monitoraggio da un’équipe internazionale composta da un ricercatore francese, esperto negli studi sul tarantolino (Euleptes europaea), e due tunisini, competenti in tema di biodiversità nelle piccole isole, per verificare come l’evoluzione di alcuni animali negli ambienti insulari possa portare ad alcune differenze rispetto a esemplari della stessa specie che vivono a contatto con la terraferma.
Il fenomeno, noto come “isolamento geografico”, è tanto più evidente in ambienti isolati e particolarmente distanti dalla terraferma.
Alcune specie presenti nell’Arcipelago e in Corsica come la lucertola tirrenica (Podarcis tiliguerta) potrebbero differenziarsi tra loro e gli studi che si stanno compiendo serviranno soprattutto a verificare tale ipotesi. Gli animali oggetto dello studio sono assolutamente innocui e spesso utili all’ambiente, come ad esempio il geco comune (Tarentola mauritanica), la cui funzione è essenziale per il contenimento della presenza delle zanzare.
L’indagine sull’erpetofauna del Parco proseguirà per circa un anno e vedrà il gruppo di lavoro della dott.ssa Corti impegnato a più riprese all’interno dell’Arcipelago; per le attività di monitoraggio e ricerca scientifica è infatti richiesto un notevole sforzo poiché l’oggetto di studio è esteso non solo alle isole principali dell’Arcipelago ma anche a piccoli isolotti con un’estensione limitata a poche decine di metri quadri.
Il lavoro iniziato nei giorni scorsi consiste anche nel prelievo di materiale cutaneo dalle code delle lucertole – che permette di effettuare un’analisi genetica della variabilità della specie – e proseguirà a marzo, durante la stagione riproduttiva degli anfibi.