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 La Maddalena 08.11.2011
La richiesta del Sindaco Comiti al Presidente della Giunta Regionale, in merito alla possibile rimodulazione delle corse da e per La Maddalena, rappresenta l’ennesima presa di posizione inopportuna e controproducente, sicuramente foriera dell’ennesimo torto che la comunità andrà a subire definitivamente dalla politica cagliaritana.
Chiedere la rimodulazione delle poche corse che ci sono restate dopo l’abbandono di Enermar significa non aver visione prospettica delle esigenze isolane, commettere un grave errore politico, nonché un inspiegabile ed ingiustificato appiattimento verso le logiche immobiliste della Regione la quale, fino ad oggi, non ha ancora colpevolmente affrontato, una volta per tutte, il problema dei collegamenti con le Isole Minori secondo la giusta importanza.
In buona sostanza, mentre tutti rivendichiamo con forza:

a) il mantenimento dei posti di lavoro;
b) la massima frequenza dei collegamenti;
c) l’abbattimento dei costi di trasporto che sono una vera strozzatura all’economia ed al turismo;
il massimo sforzo che sa compiere questa amministrazione, dal sapore di addomesticata debolezza, é quello di chiedere che siano distribuite diversamente le poche corse che ci rimangono.

Avremmo apprezzato da parte del primo cittadino, che nel bene e nel male dovrebbe rappresentare tutti, una netta e ferma presa di posizione al fine di rivendicare il numero di corse vigenti fino ad un mese fa. Invece assistiamo a una richiesta sterile e remissiva.
Con una lettera scritta senza riflettere sulle possibili conseguenze, si spiana la strada ad un ridimensionamento del diritto alla mobilità dei maddalenini in negativo e, finendo schiacciati nella politica di contrasto a certi armatori, chi ne fa le spese siamo noi.
A noi non interessano le liti fra armatori, o fra la regione e gli armatori, e nemmeno tifare per l’uno o per l’altro. A noi interessa solo che i tre punti che abbiamo evidenziati vengano definitivamente risolti.
È ora di finirla: la Regione sa bene cosa voglia dire perdere  posti di lavoro, lasciare isolate le comunità e gli effetti della  esagerazione sui costi di trasporto perché si é trovata ad affrontare l’estate appena trascorsa i drammi derivanti dal raddoppiamento dei costi per i collegamenti da e per il  Continente.
Ma qui sta anche l’intera CONTRADDIZIONE. Quando si accingeva a comprendere la portata della indicata problematica, la Regione avrebbe dovuto dimostrare di aver ben compreso il fenomeno eliminando immediatamente quanto accade in casa di Sardegna, a casa nostra, quando per raggiungere due città sarde, che fanno anche parte delle stesse provincie, si é costretti, noi sardi, a trattamenti diversi.
I sardi, prima dei restanti italiani (di cui tanto si é parlato questa estate per dire che anche questi avevano diritto ad arrivare in Sardegna con identità di trattamento), hanno diritto di muoversi nel proprio territorio con la massima libertà, senza limitazioni e senza diversità di trattamento economico.
Lo dice la Costituzione, ma ancor prima lo dice il nostro senso di appartenenza alla nostra terra, fino a prova contraria.
Saremo costretti a riadattare le nostre esigenze verso un ritorno al passato privo di sostanziali diritti fondamentali.
Appare paradossale e senza ragione vedere certi amministratori non risolvere diritti e vantaggi che ci spettano per legge, per appartenenza etnografica, per buon senso; diritti che altri hanno già conquistati….ma noi no!
E non si dica che la Regione non può affrontare i costi perché l’Europa non lo consente. I collegamenti con le isole minori, infatti, non sono un problema di “continuità territoriale”, ma di collegamento fra territori della stessa regione che impongono all’ente regionale di affrontarne i costi al pari di quanto accade per andare, ad esempio, da Nuoro a Sassari o da Cagliari ad Olbia…e di andarci quando si vuole e senza spendere una lira come fanno tutti gli altri.
Come al solito siamo lì a far la figura dei mendicanti quando invece dovremmo rivendicare ciò che ci spetta con dignità. Questo atteggiamento remissivo interpretato dall’ Amministrazione comunale non ha dato frutti in passato e continuerà a non darne in futuro. Siamo tornati indietro di trent’anni quando prendere il traghetto voleva dire rischiare la rissa. E’ l’ennesima presa in giro per i maddalenini è un ritorno al passato altro che presenti per il futuro.

Gaetano PEDRONI
Luca  MONTELLA
Massimiliano GUCCINI

Massimiliano Marras

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