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Giuseppe Garibaldi
Giuseppe Garibaldi in Parlamento

“Non votate Garibaldi”(Dal libro: ‘Un Porto di Terza Classe’ di Salvatore Abate).

Giuseppe Garibaldi non fu mai un abile uomo politico.

Eletto deputato per la prima volta, nel 1847, al Parlamento del Regno di Sardegna, il Generale fu candidato dalla “Sinistra” in tutte le elezioni successive, senza ottenere grandi riscontri, ma solo ordinari apprezzamenti da parte dei colleghi parlamentari.

La Destra ex -“cavouriana” non amava l’Eroe dei due mondi e, con ogni mezzo disponibile, cercava di ostacolare le sue campagne elettorali. Una conferma arriva dal contenuto di una lettera redatta presso il Gabinetto del Sottoprefetto di Tempio Pausania, datata 25 Febbraio 1867, pochi giorni prima delle elezioni- previste per il 10 Marzo- e destinata ad una non meglio precisata autorità della Maddalena, un capo elettore dell’epoca.

La missiva fa luce su un episodio clamoroso.

Il notabile locale avrebbe dovuto sguinzagliare i suoi “galoppini” a cercare voti per il cavalier Domenico Berti, ex ministro, che egli conosceva bene. La persona che si permetteva di impartirgli questa sorta d’ordine, infatti, gli ricordava che il candidato anti-garibaldino era “ben cognito alla Signoria Vostra Pregevolissima ed altra volta eletto dai galluresi per rappresentarli in Parlamento”.

Lo scrivente, ovvio, non ignorava che nel collegio elettorale fosse stato in lizza anche Giuseppe Garibaldi, “persona degna della stima della nazione, ma sul riflesso che sarebbe tempo perduto promuoverne l’elezione, mentre egli sarà infallentemente eletto in un collegio del continente o della Sicilia”.

Siccome il Nizzardo avrebbe considerato di maggiore prestigio il successo elettorale ottenuto oltre Tirreno o laddove si era consumata la spedizione dei Mille, non avrebbe optato per il collegio sardo, che non aveva rappresentato nella precedente legislatura.

L’intento di impedire l’elezione di Garibaldi era rivelato.

Forse, l’operazione appena descritta fu compiuta in tutti i collegi dove il Generale in camicia rossa si era presentato.

I galluresi lo mandarono lo stesso, in parlamento. Solo lui. Nessuno dei suoi amici della Sinistra.

Neppure il maddalenino Giovanni Battista Cuneo.

Garibaldi preferì il collegio di Tempio e lo rappresentò, nonostante l’ostilità dei maggiorenti di paese che avevano cercato, senza troppi segreti, di “bruciarlo”.

Salvatore Marco Abate

Massimiliano Marras

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