Ilvarsenal: i gloriosi anni sessanta
DOTTOR PIETRO SECCI: IL PRESIDENTISSIMO!
Questo l’appellativo che i tifosi e gli sportivi gli avevano attribuito in virtù anche che il dottor Secci aveva fatto il segretario e l’allenatore della «Sua Ilvarsenal».
di Salvatore Faggiani.
Giorni fa, navigando nel gruppo «La Maddalena antica» su facebook, ho visto una bellissima foto storica che immortalava il dottor Pietro Secci portato in trionfo dai tifosi dopo un successo della squadra. Non nascondo di aver provato emozione e commozione nel vederla. Una visione che ha scatenato in me una miriade di ricordi. Ricordi di un medico serio, professionale e professionista, e di una PERSONA PER BENE che ha amato come pochi quest’isola. E poi……la «sua Ilvarsenal».
I colori biancocelesti li aveva nel sangue e per quelli aveva profuso tutto il suo entusiasmo, le sue risorse, il suo tempo. Era attaccato ai «suoi ragazzi», così definiva i giocatori, e alla «sua squadra». Voleva sempre vincere e la sua squadra di soddisfazioni gliene diede molte, fra cui spicca la finale di Coppa Italia Dilettanti al Flaminio di Roma contro il Borgomanero.
C’ero anch’io quel 30 luglio 1961 allo stadio Flaminio, seduto in tribuna insieme a mio padre e a mio zio Pietro Sanna, giocatore di quell’Ilvarsenal. Una partita persa per un malefico e fortunato «pallonetto» da quasi metà campo che sorprese il grande D’Oriano (noto Bozambo) pizzicato fuori dai pali.
Sempre a fianco di chi promuoveva iniziative sportive, sia finanziariamente che fisicamente, non rifiutò mai di aiutare alcun tipo di iniziativa sportiva, finalizzata soprattutto alla valorizzazione e all’occupazione del tempo libero dei più giovani. Mai stanco di seguire ed occuparsi di sport.
E’ uno spaccato intenso e profondo di storia maddalenina che non verrà mai cancellato, come del resto la figura del dottor Secci che è stato veramente l’unico e vero Presidentissimo.
Ancora oggi, direi soprattutto oggi, la sua morte ha lasciato un vuoto incolmabile nelle società sportive isolane in virtù degli insegnamenti, dell’entusiasmo, della passione e dell’umiltà che ha saputo dare a tutta la comunità maddalenina, sportiva e non.
Dedicare a lui la struttura sportiva di calcio il 25 gennaio 2004, è stato non solo giusto ma doveroso ed ha permesso di saldare un debito d’onore che tutta la comunità aveva nei confronti di un personaggio, maddalenino verace, che molto ha fatto e ha dato non solo allo sport locale e al calcio in particolare, ma anche al mondo socio-culturale dell’isola.