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Arcipelago di La Maddalena 2013
Arcipelago di La Maddalena 2013

 

La Maddalena, 11 Ottobre 2013.

Lettera aperta delle famiglie colpite dal provvedimento di demolizione per abusivismo.

Probabilmente dovremmo chiedere alla politica di fare un emendamento salva prime case, anche se in realtà sarebbe meglio parlare di emendamento salva famiglie.

Si perché di questo si tratta: salvare decine di famiglie dalla strada, dalla fame e dalla perdita di dignità.

Parole molto forti pronunciate dalle famiglie maddalenine, ma ampiamente giustificate se si pensa che nella lunga lista di demolizioni non sono presenti doppie o triple case, non sono presenti nomi di ricchi imprenditori e/o persone che lucrano da affitti estivi, ma semplicemente modeste famiglie di operai, pensionati, disoccupati, che hanno una prima casa e in alcuni casi con neonati e persone diversamente abili a proprio carico.
Un dato, questo, da non sottovalutare anche dal profilo dell’ordine pubblico: se qualcuno infatti dovesse rimanere senza tetto la reazione potrebbe essere assai diversa da chi si vede demolire una casa realizzata per utilizzarla un paio di mesi all’anno.

Dal punto di vista sociale un ‘abusivismo necessario’.

Per questo le famiglie chiedono con forza alla classe politica e giuridica che venga fatta una valutazione caso per caso sugli abbattimenti delle case abusive, salvando dalla demolizione chi ha costruito per necessità.

E’ compito dei Comuni e delle istituzioni interloquire con chi di dovere; viviamo in un Paese in cui slitta tutto, dalle condanne alle indagini, dagli arresti al riesame, viviamo nell’era delle prescrizioni e dell’indulto, pertanto non si capisce perché si dovrebbe essere implacabili solo col mettere le persone in strada.

Le case abusive ventennali, e non sanate, sono costruite oltre la fascia dei 150 metri dal mare e non contrastano con rilevanti interessi urbanistici e ambientali. Lo dimostra il fatto che le stesse in origine erano zone F4 (residenziali turistiche) passate successivamente nel 2004 zona H (massima tutela ambientale) a seguito del nuovo piano urbanistico comunale effettuato dall’assessore competente, al quale chiediamo spiegazioni, se pur a distanza di anni, delle motivazioni che lo hanno spinto a prendere tale decisione, che di fatto oggi mette in ginocchio moltissime famiglie locali.

Oggi attendiamo con ansia e preoccupazione gli esiti di questo provvedimento. Siamo legati ad un filo tenue di speranza che ci ha spinto a scrivere più lettere indirizzate al Papa, al Vescovo di Tempio e a quello di Sassari, al Presidente della Repubblica e al Ministero dell’Ambiente, tutte con un unico messaggio di aiuto e diritto al futuro per noi e i nostri figli.

 

Massimiliano Marras

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