Ciao papi,
sono quattro anni che non ci sei più, ma il dolore non si è colmato.
In certi momenti si ride e si scherza come se per un attimo non fosse successo nulla, ma l’istante dopo è dura tornare alla realtà, è dura accettare come è andata, è dura cancellare dalla mia mente quelle immagini.
Mentre ti scrivo non riesco a non piangere e a non farmi tremare la mano, ma lo sai sono quattro anni ormai che ti scrivo, forse perché è l’unico modo per sentirti ancora vicino.
Ti parlo sempre della nostra Juventus e sai perché?
Perché durante quei 90 minuti sento che non sono solo, lo sento.
Per ogni esultanza sento che quel grido è più forte del solito, come se non fosse solo il mio… ovvio è una mia sensazione pà.
Forse posso sembrare superficiale ma in quei 90 minuti non ho più brutte immagini in mente, ma soltanto la nostra squadra!
Quanto vorrei che non terminassero mai quei 90 minuti, ma purtroppo non è così: arrivano i tre fischi finali, mi giro e su quel divano non ci sei più, ed è come riaffrontare un incubo che scarico dalla mia mente scrivendoti.
Quattro anni che Picchio ti pensa sempre!
Non posso dirti che sono felice, sarei un bugiardo, ma la vita sta andando avanti e giorno dopo giorno affronto piccole gioie, ma anche delusioni, come accade un po’ a tutti del resto.
Papi, lo sai, non basterebbe un foglio per scrivere tutto ciò che penso e sento, ma una cosa è certa: Finchè il mio cuore batterà sarai sempre nella mia mente e come in questa foto ‘quando chiudo gli occhi, stai ridendo qui con me’.
Pa, ti voglio bene,
Tuo Picchio.