2000 pagine, 700 files, 24 h, 50.000 €
Vogliamo tranquillizzare chi è preoccupato per il regolamento SIC e ZPS, dicendo innanzitutto che quel regolamento non è in vigore.
Quindi, in questo momento, valgono le regole che valevano un mese o un anno fa.
Noi riteniamo che quel regolamento non debba neanche entrare in vigore, per le numerose anomalie presenti in tutta la procedura e soprattutto perché si tratta, in buona parte, di un regolamento assurdo.
Quel regolamento è contrario alla nostra idea di tutela e economia sostenibile e alla nostra idea di Parco. Chi ha letto i verbali o gli articoli in cui si parla del nostro operato all’interno del Consiglio, ma anche chi ci conosce di persona, sa benissimo che è così. Abbiamo chiesto che la Spiaggia Rosa venisse riaperta alle scuole un mese all’anno. Abbiamo chiesto e ottenuto, nella bozza di Piano del Parco, che tutti i sentieri di tutte le isole fossero percorribili anche senza guida. Abbiamo chiesto e ottenuto che venisse ridotta la zona di mare vietata tra Santa Maria e Razzoli. Abbiamo chiesto e ottenuto che sull’Isola madre non ci fossero altri vincoli se non quelli legati al Piano Urbanistico e al PPR. Abbiamo chiesto e ottenuto che alla Ricciolina fosse possibile realizzare delle strutture a mare a sostegno degli artigiani della nautica. E in questo momento stiamo facendo quello che è nelle nostre possibilità perché il regolamento fantasma di SIC e ZPS venga stoppato.
Ma c’è di più; noi pensiamo che quel regolamento non dovrebbe neanche esistere.
Le domande sul come, sul perché, sul quando e soprattutto sul chi abbia inserito quel regolamento tra i documenti arrivati in Consiglio, troveranno risposta quando tutti gli elementi saranno andati al loro posto.
Per ora possiamo dire che siamo stati costretti a studiare ed approvare, in ventiquattro ore, un documento di 2000 pagine più 700 files cartografici che giaceva nel cassetto da prima che noi entrassimo in Consiglio direttivo. Solo negli ultimi giorni del nostro mandato, infatti, ci hanno comunicato che, o si approvavano i piani SIC e ZPS (senza regolamento!) entro un paio di giorni, o il Parco avrebbe perso 50.000 € di finanziamento e avrebbe dovuto pagare gli studi con i suoi fondi.
Abbiamo pensato che quei 50.000 € potevano essere usati per pulire qualche spiaggia, o per assumere qualche operatore per la stagione estiva. Quindi, dopo aver letto quello che si può leggere in 24 ore di un fascicolo di 2000 pagine tecniche più 700 files cartografici, abbiamo fatto quello che si fa normalmente, abbiamo chiesto supporto tecnico e rassicurazioni sulle conseguenze.
Ognuno dei tecnici interpellati ci ha risposto che non ci sarebbero state conseguenze sulle regole perché le regole dovranno essere fissate, in futuro, dal Piano del Parco. Questo, infatti, dice il documento pubblicato sul sito della Regione che noi sapevamo essere nel nostro fascicolo per ricevere la sua approvazione definitiva.
Il punto di caduta di tutta la questione sta in quest’ultimo passaggio: nessuno dei tecnici sapeva che invece, quel documento pubblicato dalla Regione e inserito tra i nostri documenti in Consiglio, era stato modificato con l’aggiunta di un regolamento che non avrebbe dovuto esserci. Tra quelle 2000 pagine, cioè, in coda a uno dei nostri files, erano state aggiunte trenta pagine contenenti il regolamento incriminato.
Non lo sapevano i tecnici, come potevamo saperlo noi?
Perché quel regolamento è stato inserito? Da chi? Quando?
Stiamo cercando di capirlo.
Intanto, chi ha voglia, può già ipotizzare qualche spiegazione.
Mauro Bittu, Enzo Di Fraia, Luca Ronchi, Carlo Rotta