La Maddalena, 16 Marzo 2017 – La “protesta dei pancioni” è approdata ieri alla Camera dei deputati con l’interrogazione del riformatore Pierpaolo Vargiu che nel question time ha sollecitato risposte e sicurezza per mamme e nascituri alla ministra della Salute, Beatrice Lorenzin. La battaglia contro la chiusura del punto nascita del Paolo Merlo portata avanti a colpi di scritte sulle pance, è arrivata dritta alla Lorenzin, «quelle immagini mi hanno molto colpita», ha detto lei, che è anche neo mamma. Ma il punto nascita «è oggettivamente insicuro», ha detto. Ricordando che la soglia fissata per garantire la sicurezza di mamme e bambini, è fissata in 500 parti l’anno. «Il punto nascita della Maddalena si caratterizza per un numero di parti veramente basso: 65 nel 2015 e 35 da gennaio a settembre 2016. Non è quindi in grado di assicurare quegli standard di sicurezza che devono essere garantiti alla partoriente e al nascituro. Quindi, la Regione anche in considerazione della contemporanea assenza di 4 ostetriche su 5, ne ha disposto la temporanea sospensione, per motivi di sicurezza, a settembre 2016». La Lorenzin ha riferito che «nessuna deroga alla sua chiusura è stata presentata al ministero». Elencando, poi, i provvedimenti che la Regione ha attivato per garantire i diritti di gestanti e nascituri, sia per i parti programmati che per le emergenze: dalla rete per la presa in carico ambulatoriale della donna fin dal concepimento, fino al potenziamento del personale sanitario con la costituzione di un pool unico che opera sugli ospedali di Olbia e La Maddalena, assicurando gli interventi di emergenza. «È infine allo studio in Regione la predisposizione di un’equipe aggiuntiva di emergenza che raggiungerà l’isola in caso di allerta meteo». Infine, l’impegno, per quanto di sua competenza «a monitorare sull’attuazione delle misure adottate da parte della Regione, anche rispetto alle capacità di intervento dell’elisoccorso».
«Credo che la risposta del ministro sia importante – ha replicato Pierpaolo Vargiu – perché consente di certificare che non è possibile nessun percorso di deroga per il punto nascita: chi sostenesse il contrario sta prendendo in giro i maddalenini. È invece doveroso che la Regione, su cui ricadono tutte le responsabilità di garantire adeguata assistenza, potenzi le strutture sanitarie, seguendo l’esempio di altre regioni italiane». Al termine del question time è arrivato anche il commento, ovviamente soddisfatto, dell’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru. «La ministra della Salute, ha confermato la correttezza delle scelte finora fatte dalla Regione, basate sull’esigenza di sicurezza per le future mamme e i nascituri. Anche per i punti nascita in aree disagiate e insulari i parti annui devono essere almeno 500. Gli standard di sicurezza non sono derogabili».
Fonte: La Nuova Sardegna.