La mancanza di medici è certamente un grave problema a livello nazionale la cui causa primaria è stata determinata dalla scelta del numero chiuso alle facoltà di medicina.
I piccoli centri e le aree disagiate sono state le località maggiormente colpite da questa condizione emergenziale ed anche La Maddalena non è stata, purtroppo, esente.
Ultimamente la situazione si è aggravata a causa del pensionamento dei medici che ha comportato la mancanza di copertura per molti pazienti. Le recenti e urgenti disposizioni Regionali hanno autorizzato le Asl a fornire, per il solo periodo di emergenza, a tutti i medici impegnati nei progetti aziendali di assistenza primaria e continuità assistenziale – compresi quelli in quiescenza – i ricettari di cui all’art. 50 della legge n. 326 del 24 novembre 2003 comunemente definite “ricette rosse”.
Alla complessa situazione locale dei pazienti è corso in aiuto il Dott. Carlo Randaccio che ha formalizzato istanza di adesione, a titolo gratuito, al progetto sanitario. Richiesta che è stata accettata e formalizzata dalla Asl Gallura. Dai primi di ottobre e per il perdurare dell’emergenza, è stato conferito a Dott. Randaccio l’incarico di collaborazione per supportare il territorio.
“Da tempo stavamo ragionando insieme al Sindaco su questa possibilità – afferma Dott. Carlo Randaccio – d’altronde gli strumenti che abbiamo a disposizione per fronteggiare questa situazione, in attesa che si formino nuovi medici, sono scarsissimi. La possibilità di avere a disposizioni alloggi o ambulatori a prezzi ragionevoli per il personale medico sicuramente è uno di questi, ma ho appreso che l’amministrazione su questo aspetto ha già un progetto valido. La situazione sanitaria locale dovrebbe richiamare probabilmente ad un maggiore senso di responsabilità da parte dei grandi proprietari di immobili, ma non possiamo obbligare nessuno. Oggi le nuove disposizioni normative permettono di poter rilasciare le ricette rosse ai pazienti anche da parte dei medici in pensione, è stato certamente un elemento in più che mi ha fatto riflettere sulla necessità che mi mettessi a disposizione della mia Città e dei tanti pazienti. Sono sempre stato convinto che un medico non smetta mai di fare il medico perché più che un lavoro la nostra è una missione”.
M.M.
