Home » News » News » Maria Chiara Canu: la psicologa che trasforma il vuoto in senso.

Da La Maddalena a Roma, dal Covid al ritorno a casa: il viaggio personale e professionale di una donna che ha fatto del suo talento uno strumento di speranza.

Entro nello studio della psicologa Maria Chiara Canu e chiudendo la porta dietro di me chiudo fuori tutto. E’ un altro mondo. Tutto resta fuori e aspetta di prendere una forma, un senso. Tutto ciò che ha attorno lei esiste per un motivo, ha un ordine ed un valore.

Maria Chiara si diploma nel 2007 ed ha già la valigia pronta per partire. Usa un termine che mi colpisce io ero “affamata di senso” e quel senso non riusciva a trovarlo in questo contesto. Mancava una cornice, aveva necessità di tirar fuori da sé stessa quel qualcosa che non era stato valorizzato e riconosciuto. Sentiva di dover fare quel salto nel vuoto, era pronta. Impaurita e preparata al tempo stesso. Parte. Salta.

Passa il test d’ingresso presso l’università dei Salesiani e sente subito di essere sulla strada giusta. Inizia a crescere il lei il senso di comunità, di appartenenza. Roma le consente di crescere, di esplorare di mettersi in discussione. Allarga il suo contesto oltre i confini della propria famiglia, acquisisce fiducia in se stessa, nelle proprie capacità, da’ un senso al suo progetto di vita.

Maria Chiara parte da La Maddalena con una scarsa stima in sé stessa e con un entusiasmo smisurato.

Realizza finalmente quali sono i suoi talenti e le sue capacità, non ha difficoltà a parlare in pubblico e trasmettere contenuti. E’ l’ambiente universitario stesso che la spinge ad esporsi, la modalità di lezione non è più quella classica frontale, senza possibilità di replica o interazione. Cresce la sua capacità dialettica e diventa un punto di riferimento tra la sua facoltà e l’esterno.

Manca ancora un tassello in questo percorso di crescita, Maria Chiara inizia a frequentare il centro d’ascolto messo a disposizione dall’università, e’ in questa fase che riesce a creare nuovi modelli comunicativi. La sua vita è in trasformazione.

Nel 2011, anno della specializzazione, capisce di avere un conto in sospeso con gli adolescenti. Ancora una volta sfrutta la paura in trampolino di lancio e trova una nuova sfida: il Borgo Ragazzi Don Bosco: una realtà difficile, vite intaccate, pochi punti di riferimento, ragazzi da ricostruire.

Inizia l’esperienza dell’oratorio e del sostegno domiciliare. Maria Chiara ha accesso a vite e realtà diverse, dal quartiere popolare alla Roma bene, con un unico comune denominatore: la persona al centro. Maria Chiara ha “fame” di umanità, di storie, di vissuti diversi. Si immerge completamente in ogni tipo di realtà. Senza giudizio.

Arrivano gli anni del Covid. La realtà cambia. Tutto cambia. La sua famiglia sperimenta la povertà, le difficoltà quotidiane, la perdita dei contatti sociali. Tante lacrime, tanta paura ma al tempo stesso la certezza di farcela. E’ in quel momento che arriva il secondo figlio. Figlio della speranza. Una scommessa sulla vita.

E’ il momento di tornare a casa, di restituire quello che le era stato dato in quegli anni. Ora, con una maturità diversa, ritrova quel senso di appartenenza alla comunità, alle meraviglie del posto, alle nuove opportunità. Maria Chiara apre uno studio privato e collabora con i Licei della Gallura e di La Maddalena. Aiuta ogni giorno adulti e ragazzi a tirar fuori quella “cassettina degli attrezzi” che ognuno di noi possiede e che ci consente di trovare soluzioni, rispolverare talenti ed opportunità.

La Dottoressa Maria Chiara Canu per me è Chiara, che mi ha salvato mille volte, con il suo sguardo sereno e rassicurante che incoraggia e sprona. Lo sguardo di chi ha ascoltato e capito anche le parole che non ho mai detto.

Francesca Naseddu

Francesca Naseddu

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