Negli ultimi anni, il dibattito politico a La Maddalena si è concentrato su questioni centrali come l’urbanistica, la portualità, la sanità e la valorizzazione del patrimonio storico e culturale. LaMaddalenaTV ha incontrato Antonello Naseddu, segretario del circolo PD locale, per un confronto su queste tematiche e sulle prospettive future dell’amministrazione comunale.
SULL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE
Qual è il suo giudizio complessivo sull’operato dell’attuale amministrazione comunale di La Maddalena?
“Vorrei partire da una premessa: so bene quanto sia difficile amministrare e quanto sia invece facile dare giudizi. Per questo motivo mi sono autoimposto, sin dall’inizio di questa avventura come segretario di circolo, di muovere solo critiche circostanziate e costruttive, ovvero accompagnate da proposte alternative. Il rispetto per le persone, poi, lo do per scontato.
Il mio giudizio, in estrema sintesi, è che si sarebbe potuto fare di meglio, di molto meglio, per risolvere i problemi strutturali di La Maddalena e, al tempo stesso, dare una direzione chiara per lo sviluppo di questa città. È per questo che il circolo che rappresento, insieme ad altri gruppi, si sta organizzando per proporre un’alternativa amministrativa seria e solida, basata su una visione precisa di sviluppo.”
Quali ritiene siano stati i punti di forza e le principali criticità di questa amministrazione?
“Mi sembra che ci sia stato un rinnovamento, anche se parziale, della classe dirigente della nostra città, che ha portato nuove idee e nuove energie. Detto questo, le criticità che si notano dall’esterno sono molteplici. Se dovessi indicarne una per tutte, direi che manca un’idea di futuro per la nostra isola. L’attuale amministrazione ha abdicato, sin dalla campagna elettorale, alla soluzione dei problemi strutturali, per soffermarsi su interventi spot, realizzabili e pubblicizzabili in tempi relativamente brevi.
Non a caso, per lungo tempo la questione dell’ex arsenale è sparita dal dibattito, per poi riaffiorare quando non si poteva più ignorare. Una cosa simile è successa per la portualità: non si è ancora dato seguito al progetto che prevedeva di spostare i traghetti a Punta Chiara, nonostante la gara per la progettazione esecutiva sia stata bandita ben otto anni fa.
Da un governo nazionale, da un’amministrazione regionale o comunale, mi aspetto una visione a 10-15 anni. Mi aspetto degli obiettivi futuri che vadano oltre i tempi elettorali e che puntino a mete ambiziose, raggiungibili attraverso una attenta programmazione e uno sforzo quotidiano. Mi aspetto una visione definita di città.”
EX ARSENALE: UN’ETERNA INCOMPIUTA?
Lei dice che il PD vigilerà sul processo di bonifica e riqualificazione dell’ex Arsenale. Ma non pensa che sia un po’ tardi per “vigilare”, visto che il problema è noto da decenni e nessuna amministrazione è mai riuscita a concretizzare un progetto definitivo?
“Assolutamente no, è questo il momento giusto. Perché ora (e finalmente) siamo arrivati al momento in cui davvero si potrà ricominciare un processo grazie al quale si apriranno nuove opportunità per la nostra comunità.
Dopo le bonifiche bisognerà parlare di recupero delle strutture degradate, per le quali serviranno investimenti ingenti, a cui poi seguirà la gestione. Prima di fare questo, bisognerà avere ben chiara l’idea dell’utilizzo del patrimonio immobiliare. Io, personalmente, credo che sia opportuno creare nuove filiere che vadano ad affiancarsi a quella del turismo e che coinvolgano nei processi di sviluppo una grande fetta di popolazione.
Penso, per esempio, alla nautica e al diporto per creare un importante polo nautico nel nord Sardegna, al quale dovrebbero essere abbinati corsi professionalizzanti. Penso anche al turismo congressuale e ad altre forme di turismo alternative a quello a cui siamo abituati. Del resto, il grande progetto dell’Arsenale era nato per questo.
In questo senso intendo che dobbiamo vigilare: vogliamo che niente sia lasciato al caso, che il recupero e l’uso delle strutture siano realmente funzionali a un’idea di sviluppo, che i maddalenini siano coinvolti in prima persona nel recupero e nella gestione di un patrimonio che appartiene alla comunità intera.”
Quali garanzie può offrire ai cittadini affinché non resti l’ennesima promessa incompiuta?
“Sono una persona a cui piace prendersi le proprie responsabilità. Tuttavia, in questo caso, non posso offrire nessuna garanzia diretta, non avendo alcun ruolo amministrativo. L’unica cosa che posso garantire è che il circolo che rappresento farà di tutto affinché quest’occasione non venga persa, dialogando costantemente con i nostri rappresentanti regionali.”
SULLA POLITICA URBANISTICA
Lei è un grande esperto di architettura paesaggistica: cosa ne pensa delle politiche urbanistiche adottate dall’amministrazione attuale?
“Grazie, ma non credo di essere un grande esperto. Semplicemente questi sono i campi in cui sono coinvolto a livello professionale e associativo.
Per quel che riguarda il PUC, abbiamo avuto modo di dire la nostra, come PD, in un comunicato stampa di qualche mese fa, che purtroppo non ha avuto una grande eco sulla stampa.
Di quel PUC abbiamo criticato 3 aspetti:
- a) Siamo andati oltre il concetto di condivisione sollevato giustamente dall’opposizione in Consiglio, parlando di partecipazione: tutti gli strumenti urbanistici, così come tutti i progetti di una certa rilevanza, dovrebbero essere costruiti e affinati con l’intervento della popolazione attraverso strumenti codificati ormai da anni.
- b) Gli obiettivi del PUC: abbiamo criticato il fatto che lo strumento dovrebbe servire essenzialmente a pianificare gli spazi pubblici, mentre invece sembra che ci si concentri sul privato. Perché non dare seguito alla parte analitica del piano e pensare di realizzare una mobilità regolamentata per l’isola madre e per Caprera? Perché non pensare a un “sistema degli spazi aperti” in cui si mettano in relazione gli spazi urbani del centro con gli spazi periferici, connessi magari attraverso assi verdi? Perché non porsi il problema della cosiddetta “gentrificazione” a causa della quale il nostro centro storico si sta standardizzando e contemporaneamente sta rendendo la vita impossibile a chi vuole prendere in affitto una casa per tutto l’anno? Sono tutti temi, questi, che si potrebbero affrontare in piani particolareggiati.
- c) Il consumo di suolo. Senza scendere negli aspetti tecnici: davvero abbiamo bisogno di tutta quella cubatura, di tutte quelle lottizzazioni previste dal Piano? Non sarebbe il caso invece di dare la priorità al recupero dell’esistente? Purtroppo le previsioni di crescita per La Maddalena sono negative. Abbiamo poi visto che, durante l’estate, il nostro territorio in generale e il nostro centro storico in particolare raggiungono il loro limite strutturale. Il tema non è fare venire più persone possibili, ma distribuirle nel modo corretto. La politica urbanistica dovrebbe seguire quest’idea.”
Ci sono stati progetti o interventi che ha particolarmente apprezzato o, al contrario, ritenuto dannosi per il territorio?
“Ho apprezzato il fatto che per parte di questa giunta l’idea di inclusività sia un tema importante. Mi piace il parco inclusivo di Barabò, come mi piace che si sia deciso di redigere un Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche. Il rovescio della medaglia è rappresentato dal fatto che, in tema di inclusività, la servoscala del Comune sia rimasto fermo per tanto tempo e che il PEBA sia partito con molto ritardo rispetto al conferimento dell’incarico. Vado anche probabilmente controtendenza dicendo che la pista ciclabile per me è un intervento necessario. Io stesso ne avevo parlato con precedenti amministratori. Deve però essere portata a termine e integrata con un sistema di infrastrutture efficienti.
Per quel che riguarda la seconda parte della domanda, non parlerei di interventi dannosi, ma di interventi che secondo me sono ancorati a una vecchia idea di città. Mi sembra di vedere che ci sia una politica culturale molto limitata, appiattita perlopiù da una parte su spettacoli che fanno più intrattenimento di cultura, e dell’altra su una visione monumentale ottocentesca di città, che vuole raccontare di sé attraverso i monumenti, i simboli, i cimeli. Per noi la cultura è altro. La cultura è rappresentata dai festival che abbiamo o abbiamo avuto la fortuna di ospitare, come La Valigia dell’attore o Isole che parlano. Sono le espressioni d’arte aventi come sfondo il nostro paesaggio unico, come ci suggerisce Stone’s life. Sono gli appuntamenti letterari, le esposizioni, una biblioteca efficiente che riesca ad essere attrattiva prima di tutto nei confronti dei residenti. Per quel che riguarda le politiche culturali, credo sia necessario attivare una strategia condivisa con la popolazione in grado di mettere a sistema tutte le esperienze e le competenze dei nostri concittadini e delle associazioni che animano il nostro territorio. Una cosa simile a quello che si è fatto in occasione della candidatura di La Maddalena a Capitale della Cultura, ma con un orizzonte ben più ampio e lungimirante.
SULLE PROSSIME ELEZIONI E LA LISTA CIVICA
Ha dichiarato che la lista civica a cui state lavorando sarà orientata verso il centrosinistra. Questo significa che escluderete a priori candidati di altre estrazioni politiche?
“Credo che la scelta di costruire una lista civica sia una scelta obbligata, allo scopo di includere una serie di potenziali contributi che non per forza devono essere relegati nell’ambito del centrosinistra. Certo è però che il progetto che vogliamo costruire deve avere una forte connotazione progressista. Deve cioè avere, come ho avuto modo di dire prima, una certa idea inclusiva di sviluppo favorendo benessere diffuso, una certa idea di politica culturale, deve avere nella tutela e valorizzazione dell’ambiente una priorità assoluta. Credo anche, per evitare ambiguità, che un partito come il nostro debba avere un ruolo rilevante in questo processo.”
Quali sono i criteri con cui state scegliendo i candidati per la lista?
“Ancora non si parla di candidati. Quando lo faremo, prenderemo in considerazione le competenze personali e la voglia di fare qualcosa per la propria isola. Credo che chi siede in Consiglio Comunale debba essere animato soprattutto da una grande passione e da una grande voglia di cambiare.”
Quali sono i temi chiave su cui punterete per convincere gli elettori?
“Come detto prima: progetti strategici (non limitati all’ex-arsenale, sia chiaro), politiche della salute, politiche sociali, ambientali, culturali.”
SUL GOVERNO REGIONALE E LA POLITICA DEL PD
Qual è il suo giudizio sull’operato della giunta regionale sostenuta dal PD fino a oggi?
“Ho apprezzato l’atteggiamento nei confronti della questione relativa all’eolico, che denota una voglia di risolvere i problemi concreti al di là e contro ogni propaganda. Ho molto apprezzato anche gli incentivi per i piccoli comuni, per le piccole e medie imprese, per la digitalizzazione. La strada da fare è lunga, soprattutto in ambiti al collasso come la sanità, ma io credo ci sia la volontà di cambiare rotta in tempi accettabili.”
Crede che il PD abbia saputo incidere sulle scelte politiche della Regione?
“Certo che sì. Il PD ha un ruolo fondamentale in questa maggioranza regionale e ne costituisce l’ossatura.”
Quali sono le principali battaglie che ritiene debbano essere portate avanti a livello regionale per migliorare la situazione di La Maddalena?
“Parlare di battaglia, visto che la giunta regionale è una giunta amica, forse è fuori luogo. In ogni caso, la priorità sulla quale solleciteremo di più i nostri rappresentanti regionali è senza dubbio la sanità.
La carenza di medici richiede un nuovo modello sanitario integrato tra ospedale e territorio. A La Maddalena, la Casa della Comunità di Padule offre ambulatori specialistici, guardia medica e un ambulatorio infermieristico, fondamentale per la continuità assistenziale. È attivo un percorso per pazienti diabetici cronici per prevenire complicanze e ridurre ricoveri impropri. L’ospedale Paolo Merlo dispone ora di una TAC di ultima generazione, ma senza personale qualificato il servizio rischia di essere inefficace. La priorità è far funzionare le strutture esistenti, garantendo efficienza e accesso equo alle cure.
Poi la Regione può e deve incidere sui beni sotto il proprio controllo. Per esempio: cosa vogliamo fare del nostro sistema di fortificazioni, che giorno dopo giorno va deteriorandosi? C’è modo di pensare a usi futuri che vadano oltre le solite proposte fuori dal tempo (hotel 5 stelle, casinò ecc.) e che possano fare delle nostre fortificazioni un elemento distintivo della nostra offerta turistica e culturale?”
M.M.