Sanremo è finito, eppure il dibattito su chi abbia davvero lasciato il segno è più vivo che mai. Se il verdetto del televoto ha premiato Olly, la critica e l’Accademia della Crusca hanno scelto un altro nome: Lucio Corsi.
Un riconoscimento che non sorprende chi segue il percorso del cantautore maremmano, da sempre fuori dalle logiche del pop usa e getta. Il suo stile unico, che mescola la poesia surreale con il rock più teatrale, ha stregato gli esperti di musica e linguistica. Il Premio della Critica e l’endorsement della Crusca sono la conferma che la sua scrittura ha un valore che va ben oltre il palco dell’Ariston.
Tra bucolica e galattica: la parola secondo Corsi
La scelta dell’Accademia della Crusca di premiarlo è una celebrazione della musicalità della lingua italiana, spesso trascurata nel pop contemporaneo. Lucio Corsi ha dimostrato che si può giocare con il lessico senza perdere immediatezza, che la parola può essere al tempo stesso evocativa e comprensibile.
Nei suoi testi si incontrano la terra e le stelle, il mare e la fantascienza, la fiaba e il rock’n’roll, tutto incorniciato da un italiano che danza tra il colto e il popolare, tra la Toscana e l’universo intero. Un impasto linguistico che ha colpito la Crusca per la sua capacità di far brillare parole desuete accanto a neologismi inventati, con una metrica che ricorda la canzone d’autore più raffinata.
E tra le sue perle c’è “Volevo essere un duro”, brano che più di ogni altro sintetizza la poetica di Corsi. Con un titolo che sembra un manifesto di ribellione giovanile, la canzone è in realtà una riflessione ironica e malinconica sulla fragilità dietro la maschera del duro. Una narrazione che gioca con l’immaginario cinematografico e musicale dei “bad boys”, ma lo ribalta con uno sguardo disarmante e poetico.
Un successo che parla al futuro
L’industria musicale spesso premia l’immediato, il facile, il già sentito. Il premio della critica e il riconoscimento della Crusca a Lucio Corsi dicono il contrario: c’è ancora spazio per la ricerca, per la parola cesellata, per la musica che osa.
Sanremo lo ha lasciato a mani vuote? Forse. Ma il tempo, come spesso accade, darà ragione a chi ha guardato oltre la classifica. Lucio Corsi non è solo un artista, è una voce che ridisegna i confini della canzone italiana. E la sua avventura, nonostante tutto, è appena iniziata.
M.M.