Abbiamo raggiunto telefonicamente il maddalenino Roberto Di Maio, per un’intervista esclusiva sulla sua carriera nel mondo della pallavolo, dagli inizi sull’isola fino alla Superlega con il Verona Volley.
1. Origini e Formazione
• Può raccontarci come è nata la sua passione per la pallavolo e quali sono stati i primi passi della sua carriera?
“Ho iniziato da bambino con l’US Garibaldi come tanti della generazione 73-74. Bargone, poi nostro allenatore, venne a scuola per promuovere questo sport; in più conoscevo uno dei giocatori della prima squadra, Emilio Spanu. La ciliegina sulla torta fu che davo già qualche colpo alla palla con mia cugina Monica. Poi le giovanili, gli studenteschi e qualche stagione in prima squadra. Ma presto passai a muovere i primi passi da allenatore. Infine, la scelta di specializzarmi per rincorrere il mio sogno, la Serie A.
Avevo già fatto qualche esperienza come assistente allenatore, poi presi la borsa ed andai a Cagliari per vedere come si lavorava in Serie A e far crescere la mia passione per le statistiche.”
2. Esperienze Professionali
“Agli inizi del 2000 inizio con le serie B sarde: La Maddalena, Olbia, Cagliari. Spesso ricoprivo sia il ruolo di secondo allenatore che scout man. Poi i primi passi in Serie A2: Gela, Monza. Qui trascorro cinque stagioni dove vinciamo i playoff ed arrivo in A1, nel mezzo la mia prima esperienza in nazionale: con l’Italia U21 andiamo in Turchia per i Giochi del Mediterraneo dove vinciamo la manifestazione.
Arrivo a Piacenza con la vecchia proprietà in A1 per tre stagioni. Raggiungiamo una semifinale di Coppa Italia, un quarto di finale di Coppa CEV. Ma nella stagione 2017/18 la società fallisce. Resto sempre a Piacenza con l’attuale società ripartendo dall’A2 e qui ricopro il ruolo di secondo allenatore. Una stagione travagliata ma ricca di soddisfazioni perché vinciamo sia la Coppa Italia di categoria che il campionato.
Qui decido di seguire Alberto Giuliani, conosciuto a Piacenza ai tempi dell’A1, nella nazionale slovena: quell’estate vincemmo la Golden League, che ti dà l’accesso alla VNL (Volleyball Nations League) ed a settembre arriviamo secondi agli Europei perdendo contro la Serbia. Questa fu una delle mie esperienze più importanti. Arrivare per la prima volta a giocarti gare raggiungendo la finale.
Rientro in Italia tornando in A2 a Lagonegro, poi il Covid.
Nell’estate 2021 si riparte con la Slovenia: arriviamo in final four della VNL, poi a settembre nuovamente gli Europei, questa volta persi proprio contro l’Italia.
Al termine degli Europei arrivo a Verona e nell’estate del 2022 torno con l’Italia U22 per disputare gli Europei di categoria vincendoli.”
• Ha lavorato con squadre prestigiose come Monza Volley e Pallavolo Piacenza. Quali sono le principali lezioni apprese da queste esperienze?
“Col tempo ho imparato che devi considerarlo un vero e proprio lavoro. Per carità, sempre una passione, che però affronti con uno spirito costruttivo pensando proprio che per te non è solo lavoro.”
• Quali differenze ha riscontrato nel ruolo di scout man tra le diverse squadre con cui ha collaborato?
“Nessuna, nel senso che magari uno staff punta più su un tipo di preparazione alla gara rispetto ad un altro, ma si è sempre molto meticolosi. La precisione è importante perché i giocatori sono anch’essi esigenti.”
3. Ruolo Attuale al Verona Volley
• Quale è il suo ruolo attuale e quali le responsabilità specifiche come scout man del Verona Volley?
“Sono tornato alle mie origini, dietro a un pc per gli scout.
La mattina la si dedica allo studio delle avversarie, per poi passare tutto il materiale allo staff che, in base ai propri ruoli, prepara i report da consegnare ai giocatori per affrontare la gara.”
• Come si prepara per analizzare gli avversari e quali strumenti utilizza per raccogliere dati e statistiche?
“È un discorso un po’ lunghetto da descrivere. Facendola il più breve possibile, tra colleghi ci scambiamo i video e gli scout delle proprie gare, vengono rielaborati in base a come i nostri PC sono impostati e da lì parte tutta una serie di ricerche numeriche e di video per costruire la tattica della gara.”
4. Il Volley Veronese
• Qual è la sua opinione sullo stato attuale della pallavolo a Verona?
“Quando sono arrivato anche qui si ripartiva con una nuova società. È stato fatto un lavoro incredibile da parte della dirigenza. Siamo uno dei palazzetti con più presenze di spettatori, il marketing ha organizzato tutta una serie di intrattenimenti nei momenti morti della gara per rendere il pubblico partecipe e non solo spettatore. Le famiglie vengono sia per tifare ma anche per divertirsi e questo ha portato l’avvicinamento di diversi imprenditori, tra i quali la famiglia di Giovanni Rana.”
• Quali sono gli obiettivi del Verona Volley per la stagione in corso?
“Attualmente siamo quarti e da poco abbiamo perso la finale di Coppa Italia, ma per una società così giovane penso che siano dei grandi traguardi.”
6. Prospettive Future
• Ha in programma progetti o iniziative legate alla promozione della pallavolo in Sardegna?
“Alcuni anni fa avevo iniziato ad organizzare dei camp per dare la possibilità ai giovani di vivere queste esperienze. Conoscere metodi diversi di allenamento, avere la possibilità di ascoltare allenatori e giocatori della Serie A direttamente da loro senza dover affrontare lunghi viaggi. E da due anni ho ripreso questa collaborazione con le società sarde. Adesso abbiamo in programma una settimana a giugno ad Alghero e, a seguire, visti i numeri della scorsa estate, faremo due settimane a Cagliari.”
7. Curiosità Personali
• C’è un episodio particolare o una partita che ricorda con particolare affetto nella sua carriera?
“Quello a cui sono più legato sono due gare, entrambe del primo europeo. Il primo è quando abbiamo vinto contro la Russia (detentori del titolo), risultato a dir poco inaspettato, con un grande pubblico che neppure loro ci credevano. Però questa esperienza ci ha caricato quando affrontammo in semifinale la Polonia (tra le favorite assieme alla Russia). Lì il pubblico fu incredibile, ufficialmente 13.000 ma sembravano il doppio.
Una piccola nazione con poco più di due milioni di abitanti festanti, tutti che per strada ti salutavano, ti ringraziavano. Non importava chi fossi e cosa facevi nel team, bastava che ti riconoscessero che eri della loro nazionale di volley.”
• Come trascorre il suo tempo libero al di fuori del mondo della pallavolo?
“Mi piace ascoltare la musica per rilassarmi e godermi una passione scoperta da grande per il sigaro. Quando sia gli impegni che il meteo lo permettono, vado al lago. Non è il mare, mancano i profumi, la salsedine del mare d’inverno, ma con un po’ di immaginazione faccio finta di essere lì. Poi d’estate mi divido tra camp, amici, mare, stare a contatto con la natura lontano dal caos.”
M.M.