La buona politica fa la differenza, e ancor di più le ottime idee. Per una congiunzione astrale difficilmente pronosticabile, tre amici di vecchia data si sono trovati nel 2022 a guidare le aree protette che si affacciano sul Nord Sardegna, ovvero i due parchi nazionali italiani dell’Asinara e dell’Arcipelago di La Maddalena e la Riserva naturali di Bucchi di Bunifaziu. Vittorio, Giulio e Jean-Michel se lo erano probabilmente promessi da tempo che avrebbero dovuto lasciare un segno importante, qualcosa che rappresentasse a pieno la forza delle proprie idee.
Eppure si sa, spesso le idee restano tali se non vengono valorizzate da un reale interesse condiviso, soprattutto in campo ambientale. Per di più i tre amici vivono e lavorano in due differenti Stati, in territori caratterizzati da giurisdizioni regionali speciali, e le rispettive aree protette lambiscono i porti di numerosi comuni costieri. Tanti interessi economici, tanta politica, tanta burocrazia… Ma chi li ferma quei tre! Posso affermare di averli visti a lavoro, a tarda sera in una delle poche occasioni in cui si sono potuti riunire fisicamente. Era il 22 giugno 2023, sull’incantevole isola dell’Asinara, dopo cena, alle ore 23.00 circa: “bisogna lavorare”.
L’idea è diventata connessione, la connessione ha offerto una visione macroscopica, razionale, e le visioni, si sa, sono l’essenza del successo. Regione Corsica e Regione Sardegna hanno unito le forze con i rispettivi assessorati ambientali, i Comuni hanno percepito il valore, la politica si è mossa nella stessa direzione, senza colori, pregiudizi.
Il 25 gennaio 2024 nel salone consiliare di La Maddalena è stato firmato il protocollo d’intesa per la candidatura a “Riserva Transfrontaliera MAB UNESCO Nord Sardegna” tra la Regione Sardegna, la Regione Corsica e le quattro aree protette, ovvero il PN dell’Asinara, il PN dell’Arcipelago di La Maddalena, la Riserva delle Bocche di Bonifacio e l’AMP di Capo Testa-Punta Falcone. Tutti hanno vestito la stessa maglia e ora si gioca la partita, difficile, lunga, ma appassionante. Il progetto è destinato ad avere cuore, testa e gambe, anzi il progetto è già una realtà tangibile anche per l’Unione Europea, che nel 2024 ha accolto la domanda di supporto finanziario e metodologico alla candidatura tramite il programma Interreg per tre anni.
Man and Biosphere è il progetto dell’UNESCO che lega gli interessi dell’uomo alla tutela della natura. Non inserisce alcun vincolo, non aggiunge divieti, non è impositivo, bensì è positivo. Si tratta di un riconoscimento rivolto alle comunità, nella piena comprensione delle opportunità e del valore del territorio in cui risiedono. Una volta attiva può stimolare e coordinare progetti e iniziative che coinvolgono tutti gli attori da un punto di vista tanto ambientale quanto economico e sociale, favorendo uno sviluppo sostenibile in linea con le aspettative dei cittadini. Bisogna crederci, tutti insieme, perché le idee e la politica hanno fatto fino ad ora un buon lavoro, ma saranno le collettività, le imprese del territorio, le associazioni a dover entrare a far parte della visione che può fare la differenza.
Una visione che offre vantaggi di mercato in ambito europeo e mondiale, concede visibilità grazie al supporto per la comunicazione e il marketing territoriale, permette di entrare a far parte di una rete internazionale MAB che conta oltre 700 protagonisti, 21 in Italia.
Lo scambio di buone pratiche e prospettive, l’esaltazione delle idee, sono tutti aspetti propri del carattere imprenditoriale dell’uomo che si trasforma in ricchezza economica e culturale.
Ieri a Castelsardo si è svolto il primo di una serie di incontri a scopo divulgativo che accende i riflettori sugli obiettivi e le potenzialità del progetto MAB, incontro che ha visto partecipare i principali protagonisti dell’iniziativa che continuano a ricercare alleati e partner. Si procede spediti verso la metà, senza indugio, perché si sa, chi la dura, la vince.
Gianluca Mureddu