La Maddalena. Una robusta cintura stretta in vita sorregge il corpo leggero di una sciatrice senza braccia che tenta un’impresa: volare sull’acqua con gli sci ai piedi, trovare il giusto equilibrio e il coraggio per affrontare le onde di un acqua cristallina che ti invita a sognare. Simona Atzori, 36 anni, nata a Milano da genitori sardi, ha danzato su tutti i palcoscenici del mondo, ma non sul mare. Jeff Onorato, ‘il figlio del vento’, campione mondiale di sci nautico, menomato a un braccio e a una gamba da un incidente stradale, realizza l’ennesimo ‘miracolo’, dopo averla vista all’opera in qualità di pittrice e ballerina in occasione dell’Ability Day, organizzata a La Maddalena dallo Sci club Saint Tropèz di concerto con lo Special Olympics di Carlo Mascia. La sintonia tra i due è perfetta e l’idea di sfidare le onde prende corpo. Simona si fida ciecamente dell’amico e concorda un piano di lavoro che la porterà a metabolizzare a secco azioni e gesti che dovrà poi ripetere in acqua. Senza fallire. Dieci giorni di allenamenti e il sogno diventa realtà. Jeff mette a punto un supporto speciale in uso ai velisti per dare una assoluta garanzia di sgancio rapido, fondamentale per gli sciatori. Si lega il braccio che risponde ancora agli stimoli e crea artificialmente le stesse condizioni in cui si troverà a sciare Simona. Non vuole correre rischi e pregiudicare la riuscita di un’impresa di portata storica, unica nel suo genere. Simona ha lo sguardo di una bambina curiosa che non vede l’ora di provare brividi intensi. Indossa la muta, sale sul motoscafo che la porterà al largo, nello specchio acqueo che separa le isole di La Maddalena e Caprera con il cuore in subbuglio. Jeff la incoraggia e la prende in braccio. Per Simona, sostenitrice dello slogan: ‘Nulla è impossibile’ è il momento della verità. Si increspano le onde quando Simona, ormai pronta, si solleva sull’acqua, gli sci ai piedi e una gran voglia di gridare al mondo una gioia insopprimibile. Il motoscafo prende velocità e la sua sagoma è un miracolo della natura. Quella natura che l’ha privata sin dalla nascita di entrambi gli arti superiori. Va, Simona Atzori, procede sicura, un po’ cigno e un po’ libellula, la definisce Jeff. “E’ bellissimo, è un’emozione stupenda- urla a squarciagola verso il pontile del Saint Tropèz, dove una piccola folla la applaude e si commuove. E’ grande la sensazione di libertà e di gioia. Scivolare sull’acqua è semplicemente straordinario”. Per Onorato, che punta a conquistare un podio tra i normodotati, forte del quarto posto agli europei in Olanda, è l’ennesima vittoria per la vita, dopo le straordinarie esperienze con atleti non vedenti, paraplegici, sordomuti, affetti da sindrome di Down o alle prese con le più svariate prerogative mentali. Simona Atzori, artista a tutto tondo, pittrice con i piedi e con la bocca, stella internazionale, ora è anche sciatrice. Chapeau! “Ero sicurissimo che ce l’avrebbe fatta- dice Onorato-. La prossima estate ci riproveremo e tenteremo una nuova impresa. Per il momento resta impressa nella memoria la figura elegante di una donna che vola sull’acqua e il suo volto radioso. “La conferma- aggiunge Jeff- che con un semplice pretesto sportivo si può donare al prossimo un importante strumento di riflessione destinato ad aiutare i soggetti che ancora non hanno avuto la forza di reagire. Così è accaduto che il maestro con un solo braccio ha insegnato a sciare sull’acqua ad una allieva che di braccia non ne ha neanche uno”.
Lorenzo Impagliazzo