Nella tarda serata di ieri uno dei tre pazienti ricoverati nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia per gravi complicanze respiratorie legate all’influenza è deceduto.
Al momento del ricovero il paziente presentava delle patologie precedenti che hanno favorito l’insorgere di complicanze durante l’influenza (il paziente è risultato positivo all’A/H1N1).
L’Ats ricorda che la vaccinazione rimane il principale strumento di prevenzione dell’influenza e che, per chi non si fosse ancora vaccinato e presentasse una condizione di rischio, è importante vaccinarsi, anche adesso.
La vaccinazione antinfluenzale, secondo le raccomandazioni Ministeriali, verrà offerta gratuitamente alle seguente categorie definite a “rischio”:
- soggetti di età pari o superiore ai 65 anni;
- bambini di età superiore a 6mesi, ragazzi e adulti fino a 65 anni affetti da:
malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio; - malattie dell’apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite;
- diabete mellito e altre malattie metaboliche;
- malattie renali;
- tumori;
- malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie;
- malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV;
- malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinale;
- patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici;
- epatopatie croniche;
- patologie associate a un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (ad es. malattie neuromuscolari);
- bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye;
- donne che si trovano al secondo e terzo trimestre di gravidanza;
- individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti;
- medici e personale sanitario di assistenza il cui rischio di contrarre l’influenza è elevato essendo in continuo contatto con soggetti ammalati: questo nell’intento di evitare l’assenteismo dal lavoro a causa dell’influenza, in particolar modo nel periodo in cui vi è maggiore richiesta di assistenza da parte della popolazione, ma anche nel tentativo di evitare che gli stessi medici diventino “trasmettitori di infezioni da virus influenzali”;
- familiari e contatti stretti di soggetti ad alto rischio;
- soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori, come forze di sicurezza e i vigili del fuoco;
- personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus antinfluenzali non umani (come ad esempio allevatori, addetti al trasporto di animali macellatori e vaccinatori).