Se non fosse stato per le mamme protagoniste della battaglia dei pancioni probabilmente il “problema Paolo Merlo” non sarebbe mai diventato un caso nazionale e, verosimilmente, saremmo ancora fermi alla grande manifestazione svolta in piazza Garibaldi di novembre 2016 con la promessa di organizzare una marcia cittadina a Cagliari mai fatta.
Le oltre quaranta mamme, invece, hanno condotto da sole quello che alcune testate giornalistiche nazionali (ANSA) hanno definito come: la storica protesta dei pancioni che rientra nella più grande battaglia dei territori.
Contestatrici della prima ora contro una politica sanitaria, da loro definita “taglia diritti”, con innumerevoli iniziative hanno tenuto costantemente accesi i riflettori sull’ospedale maddalenino per quasi tre lunghi anni. Ma è con l’ultima iniziativa, meno connotata dalla protesta politica è più marcatamente spinta dal loro animo rosa, hanno fatto commuovere l’Europa.
Le ecografie dei loro figli diventano “opere d’arte” ed arrivano quadri per sostenere la battaglia per il punto nascite di La Maddalena anche da Dublino.
L’artista Laura Steerman della lontana Dundrum (Dublin Ireland) ha inviato un bellissimo quadro da aggiungere alle opere che saranno oggetto della mostra, che la mamme hanno deciso di organizzare l’8 dicembre nel simbolico giorno dell’immacolata concezione. Allegato all’opera un video di sostegno da donna a donna dove non spiega come sia possibile che la politica non tuteli le mamme ed augura buona fortuna per la grande battaglia.
“La realizzazione di quadri legati alle ecografie dei nostri figli – afferma Stefania Terrazzoni portavoce del gruppo – per noi è una iniziativa dal forte significato emblematico. I nostri figli sono la cosa più preziosa che abbiamo e lotteremo fino all’ultimo per tutelare i loro diritti e di chi verrà. Durante la mostra sceglieremo un’opera e la invieremo a Palazzo Madama al senatore Matteo Salvini per invitarlo a ricordare ai leghisti della Regione Sardegna di mantenere le promesse fatte sul nostro ospedale. Chiediamo azioni concrete e non solo di facciata – conclude Terrazzoni – la semplice deroga non serve. Per avere una possibilità è necessario che il nostro presidio rispetti i parametri previsti dal DM 2015, quindi prima venga messo in sicurezza e dopo venga chiesta la deroga”.
M.M.