Piccoli ospedali che chiudono o che sopravvivono con fatica, grandi presidi al collasso ed anche le strutture private non sono esenti dalle grandi difficoltà derivanti dalla mancanza di medici in tutta la penisola.
Sono gli effetti del numero chiuso alla facoltà di medicina che oggi fa sentire i suoi effetti negativi sul sistema nazionale.
Nei prossimi tre-cinque anni saranno circa 17.000 i medici che andranno in pensione e non potranno essere sostituiti.
Situazione complessa che sta spingendo il Governo ai ripari con una riforma che dal 2025/26 (quest’anno ancora ci sarà la mannaia dei test selettivi) abolirà il numero chiuso.
Non proprio un modello alla francese, ma sicuramente un bel pó di ossigeno per il futuro degli ospedali i cui effetti però non si potranno percepire se non fra sei-sette anni.
Secondo il testo della riforma sarà possibile iscriversi al primo semestre senza l’obbligo di sostenere il test di ingresso. Tutti gli studenti che non saranno in grado di superare il primo semestre, che quindi non continueranno il percorso, potranno usare i crediti formativi per altre università.
M.M.