La Maddalena, 8 Marzo 2011.
Le origini della festa dell’8 Marzo risalgono al 1908, quando a New York le operaie di una industria tessile scioperarono per protestare contro le inumane condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l’8 marzo il proprietario Mr. Johnson bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie morirono bruciate. Successivamente questa data venne proposta come giornata di lotta internazionale a favore delle donne. Da allora le celebrazioni non si contano più, come il diffondersi delle iniziative che vedono in primo piano le rivendicazioni femminili riguardo il lavoro e la condizione sociale. Le associazioni di donne organizzano manifestazioni e convegni sull’argomento, cercando di sensibilizzare sui problemi che gravano ancora oggi sulla condizione della donna. Insomma, l’8 Marzo è la data per celebrare le conquiste fatte dalle donne, senza dimenticare le discriminazioni e le violenze che ancora sono costrette a subire. Da questo punto di vista sono eloquenti i dati forniti dall’Istat, secondo i quali: “Sono milioni le donne italiane tra i 16 e i 70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale nel corso della loro vita, pari al 31,9 per cento: circa 5 milioni hanno subito violenze sessuali (23,7 per cento) e quasi 4 milioni violenze fisiche (18,8 per cento)”. La mimosa, il classico fiore di colore giallo, è il simbolo di questa giornata. In occasione di questa festa si calcola che saranno circa 15 milioni i ramoscelli donati. “La mimosa- spiega Coldiretti- è stata scelta come simbolo della Festa delle Donne perché sboccia in questo periodo ed è un fiore che ben rappresenta le virtù femminili: dietro a un’apparente fragilità, mostra una grande tenacia e una capacità di crescere anche in terreni difficili. Per conservare al meglio la pianticella ricevuta in omaggio, si suggerisce di tagliare quanto prima gli steli che devono rimanere per due ore in acqua pulita e acidulata con due gocce di limone. I rametti vanno poi collocati in piena luce e mantenuti in ambiente fresco e umido perché la mimosa rilascia molta acqua attraverso la traspirazione e bisogna evitare che la perdita di liquidi faccia seccare rapidamente il fiore”.
Redazione www.lamaddalenatv.it