Bruno Pizzul: addio alla voce che ha raccontato il calcio italiano
Il mondo del calcio e del giornalismo sportivo italiano piange la scomparsa di Bruno Pizzul, indimenticabile telecronista della Rai, venuto a mancare all’età di 86 anni. La sua voce inconfondibile ha accompagnato intere generazioni di appassionati, narrando le gesta della Nazionale italiana e le emozioni delle più grandi competizioni internazionali.
Una carriera tra calcio giocato e telecronache memorabili
Bruno Pizzul nasce il 8 marzo 1938 a Udine, e prima di diventare giornalista è stato anche un calciatore. Cresce nelle giovanili dell’Udinese e arriva a giocare a livello professionistico con la squadra friulana e con il Catania. Tuttavia, una serie di infortuni ne interrompe prematuramente la carriera sul campo, spingendolo verso il giornalismo sportivo.
Dopo aver vinto il concorso Rai per telecronisti nel 1968, Pizzul diventa ben presto uno dei volti (e soprattutto delle voci) più amati del panorama sportivo italiano. Per oltre 30 anni racconta le imprese della Nazionale, diventando il principale telecronista Rai per i Mondiali e gli Europei dal 1986 al 2002.
Le sue telecronache hanno scandito momenti indimenticabili del calcio italiano, come la vittoria dell’Italia ai Mondiali del 1982, con le sue iconiche parole durante la finale contro la Germania Ovest. Anche se in quella competizione il commento era affidato a Nando Martellini, Pizzul ha contribuito a narrare il percorso degli Azzurri con il suo stile pacato, elegante e mai sopra le righe.
Uno stile unico e inconfondibile
Pizzul si è distinto nel panorama dei telecronisti sportivi per il suo tono equilibrato, la grande competenza e la capacità di raccontare il calcio con una semplicità raffinata. Mai sopra le righe, mai eccessivo, ha saputo unire rigore giornalistico e passione autentica per lo sport.
Il suo modo di raccontare le partite era diverso rispetto a quello più spettacolare di altri cronisti: niente urla, niente enfasi esagerata, ma un commento sempre misurato, professionale e ricco di conoscenze tecniche.
Celebri anche alcune sue espressioni diventate iconiche, come il suo tipico “mah…”, usato nei momenti di perplessità o quando l’Italia attraversava fasi difficili durante le partite.
L’ultimo saluto del mondo del calcio
Con la scomparsa di Bruno Pizzul si chiude un’epoca del giornalismo sportivo italiano. Molti ex calciatori, colleghi giornalisti e tifosi lo hanno ricordato con affetto, sottolineando il ruolo fondamentale che ha avuto nel raccontare la storia del calcio azzurro.
Il presidente della FIGC, i vertici della Rai e diversi club di Serie A hanno espresso il loro cordoglio, ricordando la sua professionalità e il suo contributo alla narrazione sportiva italiana.
Un’eredità indelebile
Anche dopo il suo ritiro dalle telecronache ufficiali, Pizzul è rimasto una figura amatissima, spesso ospite di trasmissioni sportive e protagonista di eventi dedicati al calcio. Il suo ricordo vivrà per sempre nelle emozioni che ha regalato ai tifosi e nelle sue memorabili telecronache.
Il calcio italiano perde una delle sue voci più rappresentative, ma il suo timbro caldo e le sue parole resteranno impresse nella memoria di tutti gli appassionati.
Ciao, Bruno. Grazie per averci raccontato il calcio con eleganza e passione.
M.M.