La Maddalena, 20 Luglio 2011.
Spunti di riflessione.
Ha scritto un poeta: “Non conosco niente quaggiù che sia più misterioso delle parole; esse esercitano su di noi un gran fascino perché racchiudono sapienza, armonia, musicalità, realtà, fantasia, verità, finzione, sogno”.
E Gorgia: “La parola è un grande sovrano che con un corpo piccolissimo e invisibile compie imprese massimamente divine: sa calmare la paura, eliminare il dolore, suscitare la gioia, sollevare la pietà”.
È ciò che ha piacevolmente sperimentato il pubblico numeroso ed entusiasta presente nella Biblioteca comunale alla serata di lettura “in compagnia di Eros Pagni”, un grande del teatro e del cinema italiano, da quasi trent’anni anni appassionato frequentatore della nostra isola, che, con infinita squisitezza e generosità ha accettato di chiudere, con uno straordinario, e a momenti esaltante, happening, una stagione di letture ricca di incoraggianti risultati.
Con la magìa delle parole e la musicalità della sua voce profonda, chiara, vibrante, calda, coinvolgente, e il suo ricchissimo talento artistico, ha saputo trasformare la cultura in bellezza, donandoci momenti di grande emozione ed esaltazione.
L’avvenimento ha avuto inizio con la lettura di una scena dall’opera di L.Pirandello Qusta sera di recita a soggetto, che rappresenta il contrasto fra gli attori divenuti personaggi e il regista, un dramma che con Sei personaggi in cerca d’autore e Ciascuno a suo modo, costituisce la trilogia pirandelliana del teatro nel teatro.
È seguita la lettura di una scena del III atto dal Tartufo di Molière, opera, che pur essendo ricca di scene di irresistibile ilarità, è di grande portata morale: drammatica per gli sviluppi e il cupo carattere del protragonista, finto credente
Poi l’incontro con la poesia: prima quella di Montale, scabra ed essenziale, attraverso la lettura di Meriggiare pallido e assorto e La casa dei doganieri: poi quella commovente di Pasolini di Supplica a mia madre, infine tutta la malinconia della poesia di sapore decadente e romantico di Guido Gozzano con Cocotte, la “cattiva signorina” che con un mesto sorriso piangeva tutta la nostalgia della sua maternità insoddisfatta, una poesia in endecasillabi, che ha tutti gli elementi perfetti per affascinare la fantasia di chi ascolta.
A chiusura della serata la brillantissima declamazione di un brano di Achille Campanile, uno dei più grandi umoristi italiani, La Quercia del Tasso, una creazione di personaggi e situazioni che l’autore ha saputo mantenere in sapiente equilibrio tra l’assurdo e una realtà leggermente spostata dai suoi consueti moduli di svolgimento.
Recitare La Quercia del Tasso è un saggio che contiene i virtuosismi delle perfette prove d’attore; è come dar fuoco a mille fuochi d’artificio, uno dopo l’altro, uno più bello dell’altro; è come risolvere un rebus. Eros Pagni con uno scintillio di parole dal ritmo incalzante, quasi un complicato scioglilingua, ha entusiasmato il pubblico che è letteralmente esploso in lungo e veemente applauso.
L’attore è rimasto nella mente e nel cuore di tutti noi.
Speriamo che si ripeta il miracolo!
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A.C.