La Maddalena 16,17,18 e 19 agosto.
In occasione del terzo anniversario della morte di Renzo (21 agosto 2011) La Maddalena lo ricorda con eventi sportivi e musicali, le sue passioni.
di Salvatore Faggiani.
L’iniziativa – Il memorial Renzo Battaglia è la giusta iniziativa per ricordare un vero e sincero amico quale è stato Renzo per me e per chi, come me, ha avuto la fortuna e il privilegio di questo legame con lui.
Questo progetto è stato fortemente voluto dalla sensibilità e dall’amore della moglie Franca e del figlio Carlo che continuano a tenere vivo il ricordo di Renzo, colpito, non ancora trentenne, dalla SLA; una malattia subdola, silenziosa, cattiva, chiamata “LA STRONZA” dall’ex calciatore di Milan e Fiorentina Stefano Borgonovo, anche lui vittima di questa malattia.
Il ricordo – Ricordare Renzo a parole non è facile, perché manca tutto l’aspetto emozionale e sentimentale di un legame sincero e forte di chi ha avuto l’onore di averlo conosciuto, frequentato e, soprattutto, aver ricevuto quella lezione di vita e di dignità che lui, con tanta semplicità e coraggio, ha saputo interpretare anche nella malattia.
Il vuoto – La sensazione di “vuoto” che abbiamo provato quando ci ha lasciato è stata talmente grande che ha catturato la nostra anima, il nostro cuore e sono arrivati i rimpianti per non aver realizzato un sogno, i sensi di colpa per aver sbagliato, il senso di non essere al posto giusto nel momento giusto o con la persona giusta e nella giusta situazione.
Oggi, pur rimanendo sempre grande e incolmabile quel vuoto, il suo ricordo o il ricordare quei momenti intensi di vita in comune, che solo l’amicizia può donare, ci rende quasi felici e sulle nostre labbra compare un sorriso; un sorriso che allontana la tristezza come avrebbe voluto Renzo.
L’insegnamento – Renzo impostava sempre tutto il programma delle cose da fare, anche nei giorni in cui la malattia lo aveva costretto alla dipendenza dagli altri, anche se è stata una dipendenza d’amore, quella della moglie Franca e del figlio Carlo.
Ecco, lui viveva i suoi giorni ben sapendo che poteva non vedere un nuovo giorno, ma lo faceva con la serenità e la forza d’animo di chi ringrazia ogni nuovo sorgere del sole.
Ringraziava ogni giorno Dio di avergli dato un nuovo giorno per vivere, sapendo che presto tutto questo sarebbe cessato.
Quale forza infinita dominava quest’uomo in quei giorni? Nel chiedere di non essere tristi per la sua morte lui ha racchiuso tutta la sua saggezza.
Ecco ora noi che siamo qui, con un corpo materiale, proviamo a immaginare come sarebbe stata la nostra vita se vivessimo ogni giorno in questo modo: aprire gli occhi al mattino ringraziando la vita di averci regalato un nuovo giorno, di averci dato una nuova opportunità, di averci consentito di andare avanti nella realizzazione dei nostri sogni.
Vivere ogni sofferenza, ogni momento difficile come insegnamento, come esperienza su cui basare i propri passi futuri: come potremmo imparare a non sbagliare se non sbagliassimo, come potremmo provare una grande gioia se non avessimo il polso del dolore?
Tutto torna, armonicamente, ogni giorno, come il sorgere del sole, per darci dei grandi messaggi che abbiamo il dovere di cogliere, ma che spesso passano e vanno, a causa del vivere superficiale, materiale, abbandonando i sensi e l’istinto puro che ci caratterizzavano alla nostra nascita e soprattutto abbandonando l’amore verso le cose, gli animali, gli uomini.
E così quando Renzo tre anni fa ha ultimato il suo viaggio terreno siamo stati invasi dalla sua saggezza, dalla sua bontà, dalla sua lealtà e sincerità: questo è il messaggio sublime che la sua assenza ci dà.
Grazie amico mio.
La foto: A sinistra, Renzo Battaglia il 5 luglio 1986, con Morini (ds della Juventus) e Salvatore Faggiani.