Comunicato stampa del 25.01.2012.
Quarant’otto ore di agonia per un giovane esemplare di Stenella coeruleoalba, mammifero appartenente alla famiglia dei delfini: l’animale, avvistato nelle acque di Cala Scaviccio in condizioni di evidente difficoltà da Laura Aversano – privata cittadina che nella mattinata di lunedì aveva provveduto a segnalare la situazione all’Ufficio ambiente dell’Ente Parco – è morto questo pomeriggio dopo aver nuotato nelle acque in prossimità del lato orientale del ponte di Caprera per circa due giorni.
La mobilitazione del personale dell’Ufficio ambiente dell’Ente di via Giulio Cesare per cercare di salvare l’animale era stata immediata, con l’attivazione dei protocolli previsti dalla Regione Sardegna per il recupero della fauna marina in difficoltà.
Da subito era apparso chiaro, però, che per l’esemplare non c’erano speranze; il cetaceo, un maschio di circa due metri di lunghezza che nuotava su un fianco, è stato comunque monitorato per le intere giornate di lunedì e martedì, fino al calare della sera, dal personale dell’Ufficio ambiente in collaborazione con la società Naturalia. Nella mattinata di oggi l’assenza della stenella in superficie nel tratto di mare in prossimità del luogo di avvistamento ha indicato agli operatori il completamento del ciclo di spiaggiamento: nel pomeriggio l’esemplare è stato infatti ritrovato dalla Polizia di stato non distante dal ponte, sul lato dell’isola di La Maddalena.
La carcassa della stenella sarà affidata agli esperti dell’Università di Sassari che provvederanno a effettuare la necroscopia: come ricordava l’Ufficio ambiente dell’Ente Parco poco tempo fa nel caso della balenottera spiaggiata a Santa Teresa Gallura, tale esame dà la possibilità a tutti gli operatori del settore di ampliare la conoscenza di questi animali e permette di avere maggiori strumenti per poterli un giorno soccorrere e magari salvare.
Le attività di monitoraggio dei cetacei e delle tartarughe marine sono svolte dall’Ente Parco nell’ambito della “Rete regionale di recupero e di soccorso della fauna marina selvatica in difficoltà”, una struttura finanziata dall’Assessorato regionale alla difesa dell’ambiente e presente in tutto il territorio sardo con Centri di primo soccorso e altri Centri di recupero; della Rete fanno parte il Parco Nazionale di La Maddalena – che ha affidato il servizio, coordinandone le attività, alla società maddalenina “Naturalia” – e tutte le altre aree marine protette della Regione Sardegna.