La Maddalena, 16 Marzo 2012.
Che triste vedere un amico che sta male, che si dimena per la rabbia, che vorrebbe fuggire da questo mondo carico di ipocrisia e falsa generosità. Che vorrebbe farsi male, molto male.
Che bello, riscoprire d’incanto, quando meno te l’aspetti, la solidarietà non pelosa della gente, quella fatta di gesti concreti, di aiuti, di comprensione, di stima, di amore per il prossimo. Quella che accantona anche solo per una sera gli impegni più urgenti e getta il cuore oltre lo steccato, per rincorrere un amico, per tirarlo fuori dalla melma, per fargli sentire il calore, la vicinanza, l’affetto anche di gente che non sa nemmeno come ti chiami, che non sa che viso hai, che cappello porti, come ti vesti. Che ti cerca disperatamente per aiutarti. Per evitare che la vita ti scivoli via come un pezzo di ghiaccio. Già, che bello!
Passato il momento, però, ti trovi a riflettere su queste e altre cose. E allora scopri, anche se ne eri consapevole da sempre, che in questo paese, in quest’isola, in questa città tormentata da mille problemi, spesso rissosa e inconcludente, ci sono cuori che battono, gambe che volano, anime che pensano in positivo e che magari ti salvano la vita.
La vita: bene immenso, regalatoci senza nemmeno chiederlo, un dono. Da apprezzare. Non da soli. Quindi da condividere. Senza se e senza ma. Specialmente quando le cose non girano per il verso giusto e per la testa ti frullano i pensieri più strani.
Scriviamo dall’isola che c’è, anche se talvolta sembra il contrario. Dall’isola dove la stragrande maggioranza dei cittadini non si sottrae ai propri doveri, che giustamente chiede i propri diritti e il diritto al lavoro. Si, il lavoro. Ricordate la Costituzione italiana? L’Articolo 4 recita: ‘La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto’.
In tanti, purtroppo in quest’isola non hanno lavoro, sono senza mestiere e talvolta perdono la speranza. Non è un problema solo di quest’isola. Sia chiaro.
È un qualcosa di generalizzato. Ma non per questo da sottovalutare. Anzi.
E allora, impegniamoci tutti per creare prospettive di sviluppo serie e durature per questa città. Prospettive che abbraccino tutti i settori lavorativi. Che ridiano speranza a chi non ce l’ha. Che impediscano ai giovani di emigrare forzatamente e che facciano compiere gesti estremi a chi ha (quasi) perso le speranze. Nel lavoro, nella vita, nella quotidianità.
Tendiamo l’orecchio verso le tante sofferenze, spesso silenziose e nascoste, per pudore e dignità, che da tempo indeboliscono la nostra terra. Non nascondiamo la testa sotto la sabbia di questo splendido mare. Proviamoci tutti assieme. Con idee e progetti capaci di riconquistare i giovani e di dare sollievo a quanti vorrebbero intravedere un giorno migliore. Proviamo a guardarci attorno, a girare le spalle, non a voltarle agli altri. Anche oltrepassando i limiti dei nostri compiti, dei nostri diritti e dei nostri doveri.
Per salvare una vita umana non c’è paga. Non servirebbe e comunque non sarebbe quantificabile.
Vero Sebastiano, ovvero maresciallo Sanna? E’ anche grazie a Lei e ai suoi uomini, oltre agli amici che si sono ritrovati per caso e si sono abbracciati forte, se oggi possiamo far sorridere chi aveva deciso di chiudere il conto con un mondo spesso distratto e inconcludente.
Lorenzo Impagliazzo-Redazione www.lamaddalenatv.it
Antonello Sagheddu- Redazione Liberissimo.