La Maddalena, 1 Luglio 2013.
Ospedale di La Maddalena. Ovvero: Chirurghi che non operano; urologi che non fanno urologia; ginecologi che non eseguono interventi di ginecologia; anestesisti che non effettuano anestesie operatorie; sala operatoria perfettamente funzionante, che non viene usata; strumentazione endoscopica segregata nei cassetti.
E ancora. ASL n. 2 che delibera: a]“appare evidente che la peculiarità del presidio ospedaliero di La Maddalena e il mantenimento con i bisogni sanitari dell’isola, richiedono che a tutela di tale progettualità, la Regione copra l’ampia parte dei costi del presidio, come costi per funzione, nell’ambito delle risorse attribuite alla ASL n°2 in sede di ripartizione del fondo sanitario regionale (…)”..
b] “la graduale riduzione dell’attività (in linea con esigenze di sicurezza della madre e del bambino), sino alla soppressione del punto nascite di La Maddalena e salvo diversa indicazione in fase di definizione della rete regionale dei punti nascita (perchè non il contrario?), sarà graduale e contestuale alla definizione di un percorso assistenziale che permetta la presa a carico della gravidanza in tutte le sue fasi, con espletamento del solo parto nella struttura ospedaliera prescelta, con assistenza in loco e trasporto protetto e sicuro in ogni condizione della puerpera, anche avvalendosi di elitrasporto (metodologia sconsigliata perché il servizio non funziona di notte o con condimeteo avverse.
c] “ l’Ospedale Paolo Merlo costituisce una particolarità nel panorama ospedaliero sardo poiché è l’unico ospedale collocato in un’isola nell’isola (…) questo costituisce il principale limite al potenziamento dell’offerta dei posti letto per acuti, non potendo ovviamente essere la sede attrattiva per i territori circostanti (…) e d’altra parte, giustifica il mantenimento di una piccola struttura ospedaliera che, almeno per le patologie non urgenti e di bassa complessità,non riduca l’equità di accesso alle cure di cui gli assistiti nell’isola hanno diritto proprio per tale condizione di isolamento”.
Un Ospedale cosi non serve a nulla!
Il paese ha diritto di conoscere cosa il ‘Paolo Merlo’ può e deve erogare, quali sono le patologie curabili, quali sono i servizi connessi alla presenza di specialisti di settore.
Il Paese deve sapere perché la ASL costringe la cittadinanza a cercare altrove quello che è possibile erogare in loco. (Quanto richiesto è sollecitato dalla popolazione, malgrado il silenzio anche degli operatori sanitari).
Veniamo amministrati da una ASL che da anni mortifica e tiene “dormienti” medici ed infermieri a discapito del ‘Diritto alla Salute’. (Tale condizione colloca gli operatori fuori da una effettiva professionalità).
La ASL n.2 deve spiegare perché impone al 70% della popolazione maddalenina di cercare in altri ospedali ciò che si può e si deve fare in loco.
Se questo atteggiamento ostile che ha causato enormi danni alla cittadinanza è riconducibile a volontà unilaterale o condivise, le sottoscritte Associazioni chiedono che nel rispetto delle norme vigenti venga fatta una verifica immediata per chiarire il ruolo futuro del Presidio ospedaliero di la Maddalena, e l’opportunità o meno di accettare che la ASL n.2 perpetui questo smantellamento.
Cosa ne pensa la ‘dormiente popolazione’? A cosa sono servite le 5000 firme raccolte?
Gruppo Socio Politico Cristiano.