La Maddalena, 6 Novembre 2014.
Emozioni personali. Emozioni condivise. Comunque forti emozioni. Palpabili. Sentite. Sgorgavano, fluivano, travolgevano ad ogni parola sussurrata, ad ogni pagina voltata.
Non solo parole, non solo letture nella biblioteca comunale di La Maddalena.
Non la semplice presentazione di un libro.
Ma un sapiente ritratto di sentimenti estremi, dall’impotenza alla speranza, disegnati dalle pennellate vivide di Alessio Serra, il giovane autore sardo del libro “L’invisibile realtà”.
Tre diari. Tre personaggi. Tre vite vissute. Bibo, Felly, Alys: apparentemente slegati tra loro, uniti tuttavia dall’unico filo conduttore dell’invisibilità. Un’invisibilità desiderata per i primi due, incapaci di vivere il loro rapporto con gli altri, con la famiglia, finanche con se stessi, e desiderosi perciò di fuggire, di annullarsi, fino a diventare invisibili; a far da contrappeso l’invisibilità di Alys, invisibile suo malgrado, che vorrebbe invece riappropriarsi almeno dei ricordi della sua seppur breve vita ormai passata. “Voglio ricordarmi chi ero e chi sono”, scrive Alys, “Non potrò essere più me stessa un giorno, ma vorrei che qualcun altro si ricordi di me, per ciò che ho voluto essere e non dovuto essere”.
Non siamo più abituati ad abbandonarci alle emozioni, ai sogni. Impegni, appuntamenti, null’altro che miraggi, che ci distraggono da ciò che da secoli contraddistingue l’essere umano: i sentimenti. Che saremmo senza sentimenti? Inghiottiti dal vorticoso avvicendarsi dei giorni, dalla monotonia ripetitiva del nostro trantran quotidiano, chiusi nel nostro particulare, senza un attimo di pausa per… emozionarci.
Le parole di Alessio Serra, le voci di Francesca Sanna, Genny Avellino e Lino Sorba e l’ospitalità di Maria Conti ci hanno offerto invece una pausa per emozionarci, un momento per riflettere, ma soprattutto un’occasione per ricordare… Ricordare chi non c’è più. Inevitabile pensare alla nostra cara Alessia, il cui spirito pervade e caratterizza il personaggio di Alys. “…E sono certa che se morirò qui, vivrò ancora con così tanta forza nei ricordi degli altri che non morirò mai davvero e vivrò ancora. Voglio sperarlo, voglio crederci”.
E Alessia rivive. Rivive ancora una volta nella biblioteca comunale, attraverso la finzione letteraria di Alessio Serra che, venuto provvidenzialmente a conoscenza della sua storia, ha pensato di fare di lei la chiave di volta del suo racconto.
Ma il più grande merito dell’autore è stato sicuramente rispettare pienamente lo spirito di Alessia, quel suo sorriso, quel suo messaggio di speranza pur nella devastante malattia, perché come diceva sempre “la vita è bella… Nonostante tutto!”
Margherita Scarpaci